DOVE SIAMO
Mortara si trova nella Lomellina centro-settentrionale, nella pianura tra i torrenti Agogna e Terdoppio. Dista circa 48 km da Milano, 40 km da Pavia, 23 km da Vercelli, 24 km da Novara (6 km dal confine con la provincia di Novara ed il Piemonte) e 12 km da Vigevano.
La città prende il suo nome dalla celebre battaglia del 12 ottobre 773 quando Carlo Magno, re dei Franchi, sconfisse Desiderio, ultimo sovrano longobardo. Secondo la tradizione poetica i morti furono ben 70.000 e il luogo della battaglia prese il nome di Mortis Ara (altare della morte). A questo avvenimento si riferisce anche la vicenda di Amico e Amelio, due cavalieri franchi periti nel conflitto e seppelliti in due chiese diverse, ma ritrovati il giorno successivo nello stesso sepolcro.
Nel I secolo a.C. ha inizio la romanizzazione del territorio, favorita dalla costruzione della strada che da Roma conduceva alle Gallie e che attraversava tutta la zona, da Pavia a Cozzo. Testimonianza di questo periodo è la basilica di San Lorenzo, situata nel centro storico della città.
In stile gotico, con la facciata in cotto, venne costruita tra il 1375 e il 1380 da Bartolino da Novara e ritoccata nel 1840 e nel 1916. I due tondi esterni della porta principale sono d'epoca quattrocentesca. Nelle lesene i ritratti dei santi Albino, Amico ed Amelio sono riproduzioni ottocentesche da un polittico del ‘400 di Paolo da Brescia, attualmente conservato alla pinacoteca sabauda di Torino. L'interno è ricchissimo di capolavori artistici.
Navata di destra:
- nella prima campata si trova un affresco del quindicesimo secolo raffigurante la Vergine con il Bambino;
- nella seconda campata Madonna tra i santi Rocco e Sebastiano, tavola del 1524 attribuita a Gaudenzio Ferrari.
Prima cappella: al centro la tavola di Bernardino Lanino, firmata e datata 1578, raffigurante la madonna del Rosario, cui fanno da corona 15 tavolette dello stesso autore illustranti 15 misteri del Rosario. Completano l'ancona cinque tele attribuite ai Procaccino raffiguranti l'Arcangelo, l'Annunciata, la fuga in Egitto, il riposo della Sacra Famiglia e la Gloria del Paradiso.
Seconda cappella: voluta dalla famiglia Tignosi, ha come pala d'altare una grande tavola di G. B. Crespi detto il Cerano, firmata e datata 1610, raffigurante la crocifissione con i Santi Ambrogio, Lorenzo e Maria Maddalena.
Navata di sinistra:
Prima cappella: superbo presepe ligneo popolato da circa 80 figure in bassorilievo degli inizi del quindicesimo secolo, opera di Lorenzo da Mortara e considerato uno dei capisaldi della scultura lignea lombarda del Rinascimento. Ai lati San Carlo Orante e Sant'Anna con la Vergine, attribuiti al Morazzone.
Seconda cappella: polittico quattrocentesco su tavola a sei scomparti opera di A. De Mulini.